Riomagno Foto Incontri : notizie fotografiche e curiosità...


EDIZIONE IN CORSO:
"2016"



QUESTO SPAZIO SARA' AGGIORNATO CON LE NOVITA'...




^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^


EDIZIONE PRECEDENTE 
"2014"




FOTOGRAFI IN EVIDENZA AL "RIOMAGNO FOTO INCONTRI"
Tutto il materiale è stato gentilmente concesso dagli artisti

In un crescendo, dalla giovane creativa Claudine CARIBOTTI, ai fotografi emergenti Raffaele Claudio ROSSIELLO, Paolo CIREGIA, Nicola GNESI, Andrew MC CONNELL fino all'affermata Angela Maria ANTUONO e al professionista del National Geographic Iago CORAZZA.

Claudine CARIBOTTI


Non si può definire Claudine Caribotti semplicemente “fotografa”…  No, lei è qualcosa di diverso, è un’artista a 360°, una “creativa visionaria”. L’arte è qualcosa che le appartiene davvero, un qualcosa di innato ed imprigionato nella sua complessa personalità ma che vive, in un apparente, felice controsenso, come “finestra aperta sul mondo”. Il suo è un amore incondizionato verso qualsiasi forma d’arte specialmente verso ogni espressione artistica che abbia per oggetto il corpo umano. 
          I lavori di Claudine, siano essi fotografici o pittorici piuttosto che video performance, sono esternazioni della parte più intima e segreta della sua anima, quella parte di sé che la fa essere unica ed in questa ottica sono da intendersi come i più veri ed i più puri perché arrivano direttamente dalle sue personali visioni. Vede, sente e percepisce immagini e suoni, come lamenti e grida o come quello, più inusuale, di corpi che si scontrano, che trovano, così, infine, nel bene o nel male, la realizzazione di un contatto. 
          Le opere di Claudine non sono certo buoniste, i temi persistenti dell’ultimo suo periodo creativo sono quelli dell’angoscia e della sofferenza, anche emotiva, fino a rappresentare, o far immaginare all’osservatore, la morte fisica e tutto quel che precede l’attimo del trapasso.
Anime perse, ossa, figure distorte, mostruosità quotidiane che vengono rifiutate dalle menti dei più sono i soggetti delle ultime rappresentazioni artistiche di questa giovane artista massese. 
       Dallo studio preparatorio fino all’allestimento del set, l’artista è sempre presente, curando i minimi dettagli tecnici affinché tutto parli di lei e di quello che vuole raccontare e far intendere attraverso le sue opere che, certo, non lasciano indifferenti gli spettatori che continueranno a portarne il ricordo nell’inconscio.
(di Susanna Bertoni)

ph Claudine Caribotti











^^^^^^^^^^^^^^^


Raffaele Claudio ROSSIELLO

Sono nato a Milano nel 1965, da sempre interessato alla fotografia come fruitore, dei libri la prima cosa che facevo e faccio tutt'ora è guardare le foto, e da qualche anno anche come esecutore.
Autodidatta per la tecnica ho frequentato nel 2011 un corso di reportage condotto dalla fotografa Sara Munari e da qui in parte la svolta nel concepire la fotografia, dal singolo scatto alla costruzione narrativa di un portfolio. Non amo raccontare di me,  cerco di farlo con le mie storie che trattano argomenti comuni e spesso sono espresse in forma concettuale ed ironica - mi rappresentano.

Recensione di Antonio Delluzio su "Mnemosine"
Vivi uomo, indossa la tua maschera e vivi. O sopravvivi dovrei dire. Sopravvivi alla quotidianità, al lavoro, ai caffè, alla frenesia, ai colleghi, al capo, ai doveri, alla strada e alla solitudine tra la folla. Solo nella memoria e nei ricordi puoi trovare sollievo. Il tempo che hai vissuto non è perso, è tutto registrato, archiviato, custodito in te insieme a un luogo o un oggetto che utilizzerai, in quanto chiave, per rileggere la storia che hai scritto. Chiedi alla greca Mnemosine, lei conosce bene il potere della memoria, unico vero tesoro di ogni essere umano. Tesoro che non avrà  eredi, che si estinguerà, quando sarà il momento, insieme al legittimo proprietario.
Allora, uomo, tieni sul viso la maschera antigas per proteggerti dai fumi di un presente contaminato e percorri a ritroso i passi che ti hanno condotto fino ad oggi. Cerca e accogli tra le mani sporcate dall’esperienza l’oggetto che stimolerà i tuoi ricordi. Fermo e sicuro del tuo passato guarda indietro senza trascurare ciò che hai dinnanzi e siedi, poi, sul pavimento lercio della stanza fatiscente del tuo presente. Ricorda ad occhi aperti ma non togliere mai la maschera dall’elefantina proboscide senza la quale la tua esistenza verrà compromessa.
Raffaele Claudio Rossiello non è un fotografo di professione, almeno non ancora, si occupa d’altro nella vita. La fotografia, nel suo caso, è lo strumento attraverso il quale esprime con talento tutta la sua sensibilità e ironia. Denuncia una società sfatta e contaminata dove l’uomo, nella sua condizione di cittadino comune tra comuni cittadini con la sua solitudine e la sua memoria, è protagonista assoluto.
(omissis...) Con “MNEMOSINE”, invece, Raffaele esalta il potere della memoria e dei ricordi, dote insostituibile nel quale l’uomo si rifugia per proteggersi da una realtà squallida e decadente. 
La maschera antigas è una metafora alla quale attribuisce un duplice significato, il primo è quello di protezione dai miasmi del contemporaneo, il secondo, invece, è un richiamo estetico alla proboscide di un elefante e il pensiero della maestosa creatura rimanda necessariamente, nell’immaginario, alla memoria inossidabile che viene attribuita all’animale.
Le sue sono immagini drammatiche, che schiaffeggiano, dal messaggio mai celato ma piuttosto urlato e immediatamente riconoscibile.
Non è un fotografo di professione, dicevamo, ma probabilmente proprio per questo il suo lavoro è carico di passione trasparente, motivata e sincera.
(di Antonio Delluzio)


ph Raffaele Claudio Rossiello -
portfolio "Mnemosine"












^^^^^^^^^^^^^^^


Paolo CIREGIA, Nicola GNESI e Andrew MC CONNELL,
rappresentati da LABottega di Serena Del Soldato, esporranno presso il C.R.O. di Riomagno.
LABottega, a Marina di Pietrasanta (LU), fucina di idee e laboratorio creativo di giovani e promettenti fotografi...  LINK a LABottega (clicca qui)

"RUST" di Paolo Ciregia
Paolo Ciregia nasce nel 1987 e comincia a fotografare nel 2011 per esprimere il suo interesse nei confronti della condizione umana precaria e imperfetta che spinge l'uomo oltre il proprio limite, come la droga. O che lo opprimono, come la guerra e l' alienazione che nasce da un regime. Da due anni lavora ad un progetto sulla situazione in Ucraina, dove la disoccupazione di massa e la mancanza di opportunità lavorative concrete, hanno portato molti giovani a cadere nell'alcolismo e nell' utilizzo di droghe pesanti, presupposti che porteranno alla rivoluzione del febbraio 2014. Ha frequentato la Masterclass 2012/2013 di Alex Majoli. Sempre nel 2012vince il Leica Talent con il lavoro “Myosotis” trattando la tematica della SLA e della distrofia muscolare. Ha partecipato a varie mostre personali e collettive, tra le più importanti il  Lugano Photo Days 2013 con Rene Burri e una personale nel febbraio 2014 a "Palazzo dei Principi" a Genova.

ph Paolo Ciregia - portfolio "Rust"











"SOME WOMEN" di Nicola Gnesi
Nicola Gnesi nasce a Pietrasanta in provincia di Lucca nel Marzo del 1983. Nel 2002 si diploma al Liceo scientifico e l'anno dopo si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa laureandosi nel 2006. Proprio negli anni del liceo inizia a fotografare dopo che suo padre gli regala la sua Canon F1. La carriera professionale inizia quasi subito facendo gavetta come corrispondente della Versilia per alcune testate e agenzie nazionali. In questi anni e in quelli a venire inizia a formarsi frequentando fotografi del calibro di Maurizio Galimberti, Alex Majoli, Samuele Pellecchia, Stanley Greene, Janice Mehlman e Veronica Gaido. Nel 2009 espone due fotografie panoramiche del Muro di Berlino in una mostra collettiva organizzata dalla Agenzia Contrasto dal nome “Prima e dopo il muro” accanto a fotografi del calibro di Gianni Berengo Gardin, Renè Burri e Ian Freed. In questo anno inizia un lavoro dal nome “Il museo dell'arte luccicante”, con il quale si propone di indagare sulla realtà dei piccoli circhi di provincia Italiani. Dal 2011 inizia una duratura collaborazione con la scultrice romana MOG per la quale scatta le foto di gran parte del suo lavoro. Dal 2012, decide di passare svariati mesi dell'anno a New York dove ha all'attivo un progetto su Chinatown e su Coney Island. Nel 2013 inizia un importante progetto personale nel Carcere di Lucca dove fa scattare le foto ai detenuti. In questo anno le sue foto di scultura fanno parte del catalgo della scultrice Rabarama sulla mostra “Volare Arte” organizzata dalla Fondazione Henraux. Sempre nel 2013 scatta tutte le foto in studio per il catalogo “Sulla visione aptica” della scultrice norvegese Hanne Hermann. Inoltre sue sono le foto del nuovo disco e della campagna promozionale del cantante Bobo Rondelli. In questi anni inizia svariate collaborazioni con importanti gallerie d'arte. Nel 2014 scatta tutte le foto del catalogo della mostra newyorkese del famoso scultore Kan Yasuda presso la Eykyn Mclean Gallery. Sempre in questo anno espone il lavoro “Museum of shiny art” alla Exit room gallery di Brooklyn. Collabora da sempre con associazioni di promozione sociale.

ph Nicola Gnesi - portfolio "Some women"















"THE LAST COLONY" di Andrew Mc Connell
Il fotografo irlandese Andrew McConnell, nato nel 1977, comincia la sua carriera come fotoreporter durante la fase finale del conflitto in Irlanda del Nord e il passaggio alla pace. Nel 2003 lascia la fotografia giornalistica per concentrarsi su un più approfondito lavoro di documentazione sociale in tutto il mondo. Il suo lavoro testimonia regolarmente persone e luoghi che non vengono usualmente tratti dai media internazionali riportando questioni come il conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, i rifiuti elettronici nel Ghana, il surf nella Striscia di Gaza e l’occupazione in corso nel Sahara occidentale. Nel 2011, Andrew ha vinto due primi premi al World Press Photo Awards e due National Press Photographers Awards, tra qui il prestigioso Best of Show. H a inoltre ricevuto due precedenti NPPA Awards, due Sony World Photography Awards, e due China International Press Photo Contest.

ph Andrew Mc Connell - portfolio "The last colony"












^^^^^^^^^^^^^^^

Angela Maria ANTUONO è ospite di "Riomagno Foto Incontri" con il portfolio "Farfanella", pluripremiato in numerose manifestazioni fotografiche: nel 2004 vince il Premio Giacomelli, Agenzia Grazia Neri e nello stesso anno vince altri due premi: "Crediamo ai tuoi occhi" a Bibbiena e a San Felice sul Panaro (MO).


"Farfanella"

ph Angela Maria Antuono da "Farfanella"















Un vento leggero del Sud scompiglia la dolce amicizia tra due ragazzi. I giochi sono scene teatrali in cui si svolge il rapporto tra i due come allegre composizioni di reciproco appoggio, solidarietà, intimità di appartenenza allo stesso cortile, alla stessa cultura.
Lei è più grande:

ph Angela Maria Antuono da "Farfanella"






















si nota da come guida quel seducente svolgersi della gonna plissettata, dallo sguardo incerto tra  acutezze e leziosità, dalla timida ricerca di una confidenza più adulta, che non le impedisce però di godere degli scherzi del bimbo, delle sue boccacce e dei suoi gesti esuberanti che le vogliono rubare un sorriso.
Nel gioco dei trittici è l’elegante metafora che sta per svolgersi e sconvolgere la tenera amicizia. Una brocca e il sonno della ragazza sotto i bianchi tessuti altro non sono che i segni della sua pubertà, del passaggio che la trasformerà e l’allontanerà dai giochi di bambina.
La preparazione alla prima comunione è l’avvio alla nuova vita. Quasi una premonizione è in quel sonno sotto il porticato, lei e la brocca delle promesse,sola con un futuro ancora tutto di spalle .
Altrettanto solitaria è la melanconia del bimbo appoggiato alle vesti bianche, che profumano di lei, in un attimo di adulta consapevolezza.
Ma ecco che le splendide femminee calle sbocciano dalle brocche del tempo: la ragazza ha una veste bianca e leggera ancora slacciata e una porta da oltrepassare.
Per sempre.
(Cristina Paglionico)

ph Angela Maria Antuono da "Farfanella"












 “Farfanella”, è la fotografia come luogo di conservazione della memoria e sublimazione del vissuto.
(Silvano Bicocchi)

Autobiografia di Angela Maria Antuono
Si diceva che il ’66, anno della mia nascita, fosse stato l’anno del diavolo,che fosse stato un anno maledetto; era facile quindi, associare l’essere artista con questa data da parte di chi, osservando le mie peripezie artistiche, cercava una “giustificazione”alla cosa .
Poi ho scoperto che il mio anno di nascita era legato ad un’alluvione, che nel corso di 47 anni, dall’66, tanti altri anni saranno stati maledetti allora…(pensavo divertita).
Sono nata nel ’66, in casa, sono quindi, un prodotto casalingo, se vogliamo trovarci l’ironia della cosa; c’era nel corteo di donne , la levatrice che abitava vicino casa mia, la “lavatrice” come si diceva in gergo, in paese, una grossa signora mammelluta, come si addice all’iconografia classica di una donna che aiuta le altre donne a mettere al mondo  la vita. E con questa parola mi immaginavo questa lavatrice che espelleva dal suo cestello, il bambino; era il suono delle parole  e la voglia di immaginazione, a trasformare una parola in un viaggio. Sono nata sotto il cavolo, come si addice alle migliori credenze popolari,ottime per non spiegare certe cose.
Il paese Caianello , dell’Alto casertano, è geograficamente collocato quasi ai confini con il Lazio, dopo Teano, che, notoriamente, è più famoso, per via di “quell’incontro” storico; ma il mio era famoso per il suo casello autostradale ,e , soprattutto, per il vento.
Altro Caianello non offriva, se non un collegamento stradale che univa il Nord con il Sud; solo stradale, il resto era immutabile e, sotto certi aspetti, lo è ancora. Anni dopo, ho varcato i confini studiando nel Lazio dove adesso lavoro; in quell’Agro Pontino che ha la sua ben nota storia; ho alle spalle un percorso difficile di studi, quello dell’Arte; il Liceo Artistico, l’Accademia di Belle Arti, e, per chiudere un cerchio ideale, l’Istituto d’Arte .
Sono stata supplente di Arte nel Nord, quello immaginato come terra migliore della mia, ma mi sono ritrovata , per tante ragioni o follie, a ritrovarmi di nuovo presso questo fatidico Sud dalla quale ero fuggita.

Certo che un’adolescente che impastava la terra alla ricerca della bellezza della materia e della forma, doveva essere in qualche modo, influenzata da chissà quali forze primigenie e arcaiche, ho pensato io dopo molti anni. Questa forza creativa è passata dalla materia del colore, dell’argilla, del legno e della vernice rubata nel soffitto dei nonni, alla fotografia a “pellicola”, si può dire? Negli anni a venire proprio con la fotografia ho avuto dei riconoscimenti importanti che mi hanno aiutato a supportare la ricerca di tale bellezza; con la Fiaf a Bibbiena , S. Felice sul Panaro, ancora Bibbiena, poi il Premio Giacomelli, con Farfanella e Il matrimonio di Farfanella, e Castelnuovo di Garfagnana, per ricordarne solo alcuni, in giro per l’Italia fotografica. Ho conosciuto grandi fotografi che guardavo ammirata a casa tra le edizioni economiche sulla fotografia d’autore, come Cito e altri ,la giovane fotografia di Marrozzini, la bellezza incantata delle grandi fotografe..  Ho arricchito il mio piccolo mondo provinciale di nuova forza, attraverso la scrittura dei critici Fiaf.
  La fotografia in qualche modo , restituisce la stessa energia che da adolescente cercavo nell’Arte,  nelle ironiche “Repubbliche di Caianello” nelle Donne e Luoghi, ne i Sud, opera vincitrice a Bibbiena  nel 2013 e in chissà quali altre immagini, nascoste nei tanti negativi ancora da ritrovare in un archivio di poesia.
Dopo questo lungo un lungo percorso , iniziato con Farfanella, storia e fantastoria di una famiglia del Sud, fotografata per 25 anni dal  1986, di nuovo ritorno, come nell’adolescenza, a plasmare  la materia colorata e la  terra alla ricerca  di quel  piacere del piacere nel raccontare quell’immaginario Sud adolescenziale; odiato, lasciato, poi di nuovo guardato e amato dall’obiettivo fotografico e restituito come luogo mentale… dove i bambini nascono sotto i cavoli e poi vengono aiutati a nascere da donne mammellute... (chiamate “lavatrici”), dove le donne recuperano il mito della dea madre e quello della propria esistenza.
Angela Maria Antuono
Caianello, 2 settembre 2013


^^^^^^^^^^^^^

Jago CORAZZA, fotografo e reporter del National Geographic, di  cui potrete ammirare una mostra circa venti grandi fotografie scattate in Papua Nuova Guinea Spettacolare è dir poco!

Jago Corazza, giornalista, pubblicista e regista, ma soprattutto fotografo e viaggiatore, ha iniziato collaborando a soli 15 anni con un’importante agenzia fotografica bolognese. La passione per i viaggi lo ha spinto in Africa prima come viaggiatore e poi come guida in tutto il continente nero. Ha realizzato documentari in oltre centoventi paesi dell’Asia, dell’Oceania, dell’Africa e delle tre Americhe. In qualità di regista e direttore della fotografia ha collaborato in trasmissioni per le reti Rai, Mediaset, Videomusic, Sky e per importanti emittenti regionali e realizzato spot pubblicitari, documentari culturali e geografici, cortometraggi, monografie e programmi musicali. Nel 2002 ha guidato una spedizione che, con due fuoristrada, in 5 mesi e 64.000 km lo ha portato via terra da Bologna a Miami (Florida). Cura, in qualità di direttore di produzione e direttore della fotografia,  la produzione di eventi, show, eventi musicali e programmi spettacolari in onda sulle varie emittenti nazionali. Ha realizzato produzioni per la CNN Turner Classic Movies ed è stato premiato con tre telegatti e, in U.S.A., con il Telly Award per la cultura. Ospite in importanti trasmissioni televisive e radiofoniche, presidente dell'Associazione di Fotografia Naturalistica Italiana e responsabile della sezione antropologica della rivista Oasis, ha al suo attivo decine di pubblicazioni editoriali con diverse testate e case editrici, tra cui White Star-National Geographic, con cui ha realizzato importanti  monografie a carattere antropologico come “Gli ultimi uomini”, reportage sulle ultime tribù preistoriche della terra, e “Luci e ombre del sol levante” che esamina i contrasti della società giapponese. è testimonial e collaboratore UNICEF.

Il suo sito: www.iago.com

Gruppo Fotografico Iperfocale (Pietrasanta –LU)
Contatti:  info.iperfocale@virgilio.it     -     cell 345.78.68.200